In Italia si racconta che all'estero siamo visti ancora oggi come "pizza e mandolino". La realtà dei numeri racconta tutta un'altra storia, fatta di eccellenze in un gran numero di settori produttivi. Anche moda, design e cibo, ma non solo, tutt'altro.
Per la mia esperienza, dopo vent'anni di rapporti di lavoro con gli USA, questa percezione dell'Italia è vera solo per una parte degli americani, nemmeno la maggior parte. Per quella parte di americani che in realtà non sa bene dove sia l'Italia, ma che a onor del vero ha un'idea altrettanto vaga della Francia o della Spagna.
Ad ogni modo, soprattutto in questo momento delicato per l'economia, ogni occasione deve essere buona per raccontare al mondo (americani certamente, ma il discorso vale pari-pari per cinesi, indiani, etc.) la vera Italia che produce, quella delle imprese innovative e dei prodotti d'avanguardia.
E siccome abbiamo una rete di "avamposti" ben strutturata, fatta di ambasciate, consolati, uffici dell'ICE e di chissà quante altre emanazioni di enti pubblici e privati, questa rete andrebbe coordinata e sfruttata per migliorare la nostra reputazione all'estero, come paese e come paese d'impresa. E' cosa impossibile?